La cloud transformation è uno dei processi più importanti legati alla digitalizzazione delle aziende.
Flessibilità, scalabilità e velocità del cambiamento sono i motivi per cui oggi le imprese guardano con interesse ai servizi di cloud computing.
Ovviamente, passare da una infrastruttura IT on premise, all’adozione delle moderne logiche cloud-native nei software e nella gestione dei dati, è un percorso complesso, che deve essere conforme ed in linea con l’organizzazione e le caratteristiche del business dell’azienda.
Pertanto, va rigorosamente pianificato con il sostegno di una realtà consulenziale specializzata, come 2INNOVATION, nella tecnology innovation per la digital transformation.
I numeri della cloud transformation in Italia
Secondo i report annuali rilasciati dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano,
il mercato cloud italiano è cresciuto costantemente fino al 2021, lasciando ipotizzare un imminente sorpasso della nuvola rispetto alle infrastrutture on-premise.
E tuttavia, nel 2022, il quadro politico-economico internazionale, fortemente incerto a causa dell conflitto russo-ucraino, la crisi energetica e la conseguente battuta di arresto dei mercati, hanno portato ad un rallentamento nel processo di cloud transformation (ed in generale, della digitalizzazione) tra le imprese italiane.
In ogni caso, secondo l’Osservatorio, nel 2022 la spesa per la cloud transformation in Italia si è attestata a 4,56 miliardi di euro (la spesa IT complessiva è di circa 70 miliardi), con un tasso di crescita del 23% sul 2021.
Tra le grandi imprese, il 44% su un campione di 120, ha scelto il cloud, mentre tra le PMI, dopo anni di scetticismo, il 52% (su un campione di 514) adotta almeno un servizio cloud (+ 7 punti percentuale rispetto al 2021). Il trend, quindi, è comunque in crescita, anche se con ritmi più lenti rispetto all’accelerazione degli anni 2021-21 (causata dalla pandemia).
Orientamenti positivi e dubbi delle aziende in merito alla cloud transformation
L’Osservatorio del Politecnico, che monitora da anni i driver di adozione del cloud, ha individuato le principali motivazioni che indirizzano le aziende verso la cloud transformation.
Il driver più forte è la combinazione di flessibilità ed innovazione che questa soluzione introduce nei processi aziendali.
Un percepito importante, che denota l’evoluzione del mindset imprenditoriale italiano, è anche l’aumento della cyber sicurezza che, invece, fino a pochi anni fa era vista come un punto debole, un deterrente per il passaggio al cloud.
Il tema della variabilità dei costi, al contrario, è il punto più critico: la flessibilità, la possibilità di intervenire su server, storage e memoria a seconda delle necessità del momento risponde certamente alle esigenze di un’organizzazione digital oriented, e tuttavia aumentare in progress la disponibilità e la varietà di risorse ha, naturalmente, delle ripercussioni sui costi.
La maggior parte dei costi sono prevedibili e gestibili in fase di assessment, ma, soprattutto in assenza di termini di confronto precedenti, il modello di pagamento a consumo as-a-service può portare a sottostimare i budget.
La soluzione è legata al monitoraggio costante dei servizi (che deve essere fatto in ogni caso), procedendo a spegnere quelli inutilizzati.
La cloud transformation senza rischi
In sintesi, la principale motivazione per le imprese per passare al cloud, non dovrebbe essere il risparmio economico, ma piuttosto la possibilità di dotarsi di capabilities innovative, che permettono una gestione dei dati molto più evoluta, attraverso funzioni analitiche avanzate.
Ribadiamo che la scelta del giusto partner consulenziale in fase di valutazione iniziale, tutela le aziende dai rischi e rende fluida la cloud transformation.
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