Come è noto, ChatGPT, lo strumento di intelligenza artificiale generativa ed AI conversazionale più famoso al mondo, è attualmente irraggiungibile per gli utenti italiani.
Dopo essere stato accessibile gratuitamente o tramite abbonamento (introdotto a febbraio 2023 ad un prezzo contenuto, per disciplinare i moltissimi accessi), è stato “bloccato” in Italia con provvedimento del Garante per la privacy, dal 1 aprile 2023.
Il Garante ha posto ad OpenAi, l’azienda creatrice di ChatGPT, una serie di condizioni per poter tornare ad essere accessibile da indirizzi IP italiani, a partire dal 30 aprile 2023. Vediamo sinteticamente di che si tratta.
ChatGPT tornerà accessibile in Italia se…
OpenAI deve rendere noto agli utenti le modalità di raccolta e trattamento dei dati personali per l’addestramento degli algoritmi di cui si avvale ChatGPT.
È necessario, inoltre, che vengano indicate le procedure per esercitare il diritto di opposizione al trattamento di dati ottenuti da terzi per finalità di addestramento dell’algoritmo e per chiedere la correzione di dati trattati in maniera inesatta, nonché l’eventuale cancellazione totale di tali dati.
È richiesto inoltre di predisporre e sottoporre al Garante, entro il 31 maggio 2023, un piano per l’adozione di strumenti di verifica dell’età degli utenti (Age certification), accompagnato da una campagna di informazione pubblica (non ADV) sulle misure assunte per salvaguardare il diritto degli utenti alla propria privacy, specificando anche l’uso che OpenAI fa delle informazioni raccolte durante le interazioni con ChatGPT.
Solo dopo che queste richieste saranno soddisfatte, il servizio tornerà accessibile dall’Italia in modo diretto, quindi senza dover ricorrere a VPN o altri strumenti utili ad aggirare il blocco.
Ma che cos’è ChatGPT?
Si tratta del più diffuso e sofisticato modello di intelligenza artificiale generativa linguistica, sviluppato dalla società OpenAI nel 2018 e reso accessibile a tutti in Rete dalla fine del 2022, che usa algoritmi di NPL e Machine Learning per generare contenuti testuali in risposta ai quesiti (prompt) degli utenti.
Tali contenuti, grazie alla possibilità per chiunque di accedere al modello ed arricchirlo attraverso la propria interazione, puntano a diventare sempre più coerenti, plausibili e simili a quelli che potrebbe produrre uno scrittore umano.
Chat GPT, per comprendere il significato di un testo, sfrutta algoritmi di Natural Language Processing (NLP), ma è anche in grado, grazie al Machine learning, di apprendere autonomamente informazioni dagli input degli utenti, farle proprie e riformularle in maniera originale. In particolare, si basa su Generative Pre-Trained Transformer 3, un modello linguistico che utilizza l’apprendimento profondo per produrre testo simile al linguaggio naturale umano.
Nello specifico, quindi, non inventa conoscenza, ma è in grado di creare contenuti nuovi ed originali partendo da informazioni già note.
Un altro aspetto su cui ci si sta interrogando molto è quali siano le fonti a cui attinge ChatGPT. Al momento nulla è stato ufficialmente dichiarato e, per quanto si possa pensare a realtà come Wikipedia e/o Reddit, la curiosità è notevole.
I campi di utilizzo di ChatGPT
Di fatto, studiando ed elaborando il linguaggio umano e i processi di dialogo, l’AI conversazionale è in grado di imitare la relazione comunicativa tra gli esseri umani per dare la percezione all’utente di una conversazione con una persona reale (e non un bot), includendo interazioni emotive tipiche del modo di esprimersi organico di ogni essere umano.
Pertanto, ChatGPT può essere un valido assistente per velocizzare e migliorare i processi.
Attualmente, è utilizzato da utenti privati per ricevere informazioni, tradurre ed adattare testi, realizzare immagini, risolvere operazioni matematiche, generare codici, elaborare contenuti testuali come articoli, saggi, post social, scrivere e-mail e altro ancora.
Più è dettagliato e circostanziato il prompt che dà l’input al chatbot, e più sarà efficace ed “umano” il risultato dell’elaborazione.
In prospettiva, quando sarà chiaro il modello di business di OpenAI, ChatGPT potrebbe imprimere un netto miglioramento agli assistenti personali virtuali e rendere più conversazionali i chatbot, che sarebbero in grado di assistere gli utenti con una vasta gamma di attività.
Può anche essere usato nei sondaggi, per analizzare (o simulare) la sentiment analysis partendo da grandi quantità di dati.
L’AI conversazionale ed il customer service
Come è facilmente intuibile, l’AI conversazionale e il Machine learning possono imprimere una svolta ai processi di interazione con i clienti, fornendo soluzioni sempre più corrette, precise ed ottimizzate, che renderanno più semplice e veloce tutto il processo di customer service.
Tramite l’AI omnichannel si potranno sviluppare la brand identity, la fidelizzazione del cliente e sistemi di cross e up-selling attraverso la mappatura delle preferenze dei consumatori.
Tutto ciò porta anche ad una riduzione dei costi di formazione e di presidio: l’AI può essere affiancata al customer care tradizionale e gestire autonomamente i processi di sua competenza.
Ovviamente, è molto importante che la scienza, l’industria e l’imprenditoria italiana prendano parte attivamente a questa rivoluzione tecnologica, partecipando ai vari step evolutivi per trarre tutti i benefici legati alle potenzialità dell’AI.