Donne e Tech: la sfida di 2Innovation nel Sud Italia

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Questo non è un Paese per donne, almeno sul versante tecnologico, anche se il primo programmatore della storia dei computer è stato una donna.

Nel 1843 Ada Lovelace fu la prima a sviluppare un algoritmo pensato per essere elaborato da una macchina analitica in grado di generare i numeri di Bernoulli. Eppure il rapporto tra donne e tecnologia ha poi seguito un’altra strada. Oltre 170 anni dopo, il divario di genere è elevato.

Partendo da questa considerazione, qual è oggi la situazione delle donne che lavorano nel settore della tecnologia in Italia?

La questione del gender gap nelle aziende tech in Italia è ancora un tema poco esplorato. Quello che sappiamo con certezza è che la rappresentanza femminile negli ambienti tecnologici è ancora molto bassa. Da Nord a Sud, le donne italiane che lavorano nei settori della scienza e della tecnologia restano infatti un’eccezione e la percentuale delle impiegate donne in questi ambiti tocca gli ultimi posti nella classifica europea. 

A dirlo sono i nuovi dati Eurostat sulla forza lavoro, secondo cui nel 2021 il Sud Italia ha registrato il 46% delle lavoratrici nei settori tecnologico-scientifici, superando di appena due punti percentuale l’ultima in classifica, Malta. Non molto più rosei sono i risultati raggiunti nel Nord-Est e Nord-Ovest del nostro Paese, dove la percentuale di donne attive nel tech si aggira intorno al 47%, collocandosi al pari dei Paesi Bassi meridionali. Ci troviamo di fronte a numeri poco brillanti che non accennano a migliorare specialmente quando si tocca l’aspetto salariale.

Il Women in Digital Scoreboard rivela che in Europa solo il 19% degli specialisti che lavorano nell’ICT è rappresentato da donne, appena un terzo dei laureati in discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) sono ragazze.

A parità di mansione, le donne guadagnano in media il 19% in meno rispetto agli uomini.

E, secondo un calcolo effettuato da WomenTech, ci vorranno quasi 134 anni per arrivare a una situazione di parità di trattamento economico.

Anche se la situazione sembra ancora piuttosto critica, le basi per un rilancio si iniziano ad intravedere e qualcosa sembra muoversi in Italia.

I dati Eurostat evidenziano infatti trend incoraggianti, che mostrano come nel 2021 i settori della scienza e della tecnologia hanno accolto, nel complesso, più donne rispetto al 2020. E non è tutto: dei 74 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni occupate nella scienza e nel tech, si è registrato che nel 2021 il 52% erano donne, facendo segnare +4% rispetto al 2020 e +26% rispetto al 2011.

In buona sostanza, da questi numeri emerge che, nonostante tutto, la forza lavoro femminile è cresciuta più della controparte maschile (che ha registrato soltanto un +1% rispetto al 2020 e un +16% rispetto al 2011). 

Qual è l’approccio di 2Innovation al gender gap nel tech?

In un contesto in evoluzione come quello in cui stiamo vivendo, si inserisce l’esperienza di 2Innovation che ha deciso di puntare sul talento femminile per il rilancio del Sud Italia in termini di digitalizzazione.

Basata su Palermo, nel cuore della Sicilia, una regione a forte disoccupazione femminile, 2Innovation ha abbracciato numerose iniziative per favorire la formazione delle donne in ambito tecnologico.

Fra queste, merita particolare attenzione l’affiancamento ad Edgemony, la realtà made-in-Sicily che sta coinvolgendo un numero crescente di imprese per offrire borse di studio riservate alle ragazze e alle donne che, anche senza alcuna formazione specifica, vogliano formarsi nell’ambito digitale e trovare un’occupazione in questo settore

In sintesi, attenzione al talento femminile e focalizzazione sullo sviluppo delle competenze digitali sono gli assi attorno ai quali 2Innovation, nella sua purpose #FutureShaper, sta costruendo la propria roadmap di sviluppo per contribuire alla crescita del Paese, partendo dal Sud

Questo articolo è stato scritto da:
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Sara Cipollone

CUSTOMER EXPERIENCE & DIGITAL ANALYST

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